Nome comune |
Abete bianco
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Nome scientifico |
Abies alba
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Altre specie |
A. nordmanniana (del Caucaso); A. concolor (del Colorado); A. pinsapo (di Spagna); A. cephalonica (greco); A. procera (nobile)
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Famiglia |
Pinaceae
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Foto pianta |
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Descrizione |
Il genere Abies comprende numerose specie tra cui A. alba, abete bianco, è l'unica specie spontanea in Italia; insieme all'abete
rosso (Picea abies) è utilizzato per il tradizionale albero di Natale. Importante pianta da legname, forma foreste pure o
miste con altre specie. Per la forma ed i colori del fogliame le numerose specie del genere sono apprezzate come alberi ornamentali
ed entrano nella costituzione di grandi parchi e giardini.
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Fusto |
Eretto, slanciato, cresce fino a 15-50 m; corteccia bianco-grigiastra o grigio pallido desquamante; i rami giovani sono rossastri
e pubescenti diventando poi bruno-scuri.
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Foglie |
Lineari, aghiformi, appiattite ottuse all'apice; attaccate sul ramo in due file; colore verde lucido sopra e argenteo sotto;
scanalate lungo la nervatura centrale presentano, sotto, 2 linee longitudinali bianche.
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Fiori |
Unisessuali; i maschili, giallognoli, sono riuniti in coni portati nella parte terminale dei rami dell'anno; i femminili riuniti
in coni verdi in prossimità della sommità dell'albero, presentano ovuli inseriti su macrosporofilli, senza ovario per cui
non ci saranno veri frutti. Dopo la fecondazione i semi sono portati dalle squame della pigna.
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Frutti |
Coni (pigne) prima di colore verde chiaro, poi rosso-bruni, eretti, cilindrici, con brattee sporgenti, lunghi 10-15 cm.
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Stagione fioritura |
Maggio; giugno
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Stagione frutti |
Autunno dell'anno successivo
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Effetto avverso |
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Parte |
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Organo bersaglio |
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Modalità |
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Sintomi o Effetti |
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Le malattie che si possono manifestare sull'Abies sono sia fungine, come la ruggine e la necrosi degli aghi o i marciumi
radicali, sia di origine animale come gli afidi che colonizzano gli aghi, il tronco, le branche ed i rami formando colonie
ricoperte da secrezioni cerose biancastre. Molto spesso i problemi fitosanitari di queste piante risultano secondari in quanto
conseguenza di stati di sofferenza legati alla loro non ottimale ubicazione.
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